La maggior parte dei
problemi del mondo nascono perché l’“io”, l'ego, crede di avere sempre ragione.
Ogni ego non agisce mai contro la sua ragione. L'enigma è che l’”io"
agisce senza vedere le motivazioni degli altri. La ragione della propria
volontà è cieca, ci fa agire senza empatia. Caino poteva vedere solo le sue
ragioni per uccidere suo fratello Abele. Si credeva meno apprezzato di suo
fratello. Ma le sue ragioni erano contro un dio paterno ingiusto e non contro
suo fratello, che era innocente. Nonostante tutto lo ha ucciso. Quasi tutte le
discordie, lotte, assalti e guerre sono per credere che uno sia
"giusto" e che gli altri abbiano torto.
Ricordo la confessione di un’insegnante
ebrea, responsabile del dipartimento di letteratura presso una delle università
più importanti del mondo che insegnava anche ai bambini nella sua sinagoga. Per
lei, la storia più bella era quella dell'esodo. Perché la riteneva come una
canzone di liberazione dalla schiavitù, un canto di libertà. Ma un giorno una
bambina le chiese che colpa avessero le bambine e i bambini di Galilea e
Palestina per essere uccisi e loro terre occupate. La questione la lasciò senza
dormire per molte notti, e la risposta prese più di un anno. Ne ha scritto un
libro. Lei aveva visto la storia con la prospettiva dall'ego di un gruppo, ma non
aveva mai pensato con empatia o curiosità come quella bambina. A volte è
l’innocenza che ci fa guardare e pensare che avere o non avere ragione non sia ciò
che conta.
Mi piace ricordare un
racconto su degli studenti di un rabbino. Uno di loro espose le sue ragioni per
arrivare a Dio. Si sforzava con tutto sé stesso per seguire il percorso della
legge, pregare e vivere rettamente. Il vecchio rabbino gli disse che il suo
approccio era corretto e che aveva ragione. Poi è venuto un secondo studente e disse
che il suo compagno era in errore perché questo sforzo era puro ego. D’altra
parte, il vero cammino era che ognuno si prodigasse e si risvegliasse
all'insegnamento di fare "la Sua svolonta, non la mia". Il rabbino
dopo aver pensato disse: "Tu hai ragione". Un terzo studente che si
trovava lì vicino, protestò al vecchio rabbino: "Ma, Maestro, non possono
avere entrambi ragione". Il vecchio rabbino sorrise e disse:"Anche tu
hai ragione!".
La mente, ragionando con
pensieri limitati, ci fa credere che siamo nel giusto e abbiamo ragione. Ma
nessuno possiede tutta la conoscenza. La saggezza del vecchio maestro senza
discutere dà ragione a tutti perché, nella loro mente e nei loro limiti,
l'avevano. Filosofi come Kant, hanno spiegato che la mente sia insufficiente
per catturare la realtà del mondo. Pertanto, è inutile discutere su chi ha
ragione. La saggezza è saper riconoscere che non importa chi possiede la sua
piccola ragione, ciò che conta è l’immensità dell'amore, la gentilezza e la
bontà.
Io ho ragione, tu hai
ragione, tutti abbiamo ragione. Tale è il dogmatismo della ragione, che ci sono
persone malate che non danno luogo alla realtà dei loro problemi personali, di imprenditori
o sport. Non vogliono perdonare, non vogliono cambiare, non vogliono capire,
anche se ciò li fa soffrire. Vogliono avere ragione e basta! Un alcolista non
ammetterà mai che lui beve di più e che dovrebbe smettere. Gli amanti di dolci
lo stesso, nonostante la sofferenza di mutilazioni. Hanno ragione, per questo
sono giustificati. Io ne ho motivo, tu hai ragione, tutti abbiamo ragione, che
importa? Ciò che conta è il mutuo rispetto, non attaccarci e se possibile,
apprezzare l'altro senza un altro motivo che l’affetto. Come ha detto Pascal
"il cuore ha ragioni che per la ragione sono sconosciute." L’amore
non ha bisogno di motivi. Invece di voler essere nel giusto è essenziale: cedere
e cambiare per il nostro benessere e quello degli altri. Avere compassione è
ciò che conta.
Un racconto sugli animali
dice che una notte si radunarono in assemblea e cominciarono a lamentarsi degli
esseri umani e tutto ciò che gli esseri umani prendono da loro. La mucca si
lamentò sul latte portatole via, la gallina dell’essere lasciata senza le uova,
la balena per il suo olio, il maiale per la sua carne utilizzata per il
prosciutto. Infine, con una voce tremula parlò una lumaca: “Ho qualcosa di così
prezioso che, se la conoscessero, la prenderebbero più di ogni altra cosa: il
tempo!”
Non sarebbe bello che,
invece di voler avere ragione, tutti prendessimo del tempo così prezioso per
meditare e dimostrare misericordia e compassione, compassione abbondante gli uni
con gli altri? Questo sì che sarebbe un piccolo passo per ogni persona, ma un
passo gigantesco per l'umanità!
Felici benedizioni per
tutti.
©Pietro Grieco,D.D