SE MUOIO o MUORI DOMANI
Pietro di Vietri
Se io muoio o tu muori domani nessuno saprà
se si apriranno le finestre del cielo o degli inferi,
né se il saldo sarà positivo, equilibrato o negativo.
Il giudizio degli altri sarà un enigma fuori delle nostre mani.
Non importa se muoio o muori domani
di entusiasmo per nuovi algoritmi o piani del passato.
Fai sapere che ho ed hai celebrato la vita
al mio o al tuo modo malinconico allegro o testardo.
Fai sapere che ho e hai amato gli alberi, i fiori,
i cani e i gatti, le pecore e i lama,
fin le più piccole creature che popolano questo pianeta,
anche il picchio che buca alberi e mattoni
e topi e uteri senza dimenticare le lucertole
che nell’intense giornate estive attraversano la tua terra.
Fai sapere, amica e amico, che ho e hai sofferto le ingiustizie
e gli obbrobri inscritti sulle mie e le tue ossa come nelle tempie.
Loro io perdono e tu perdoni per non averli evitati,
quale danno alla sua anima.
Ricorda che in piedi nel bel mezzo delle notti
abbiamo contemplato stelle e lucciole
e che ho e hai parlato con loro come amanti.
Ho corso e hai corso per le strade e i viali di questo mondo
per adempiere agli obblighi e li abbiamo onorati.
Io ho aiutato, e tu hai cercato di aiutare, il tuo vicino
che era malato, che era in prigione o senzatetto
e non sempre abbiamo avuto successo.
Non ho pianto né hai pianto per amori falliti o perdite
di beni o investimenti, ma amaramente
io ho e tu hai pianto per non esser stati più buoni.
Sì, abbiamo pianto come piange la pioggia estiva
per non aver fornito freschezza più ispirata.
Ho sbagliato e hai sbagliato:
abbiamo difeso di più le regole
che coloro che hanno bisogno di compassione.
Io e te ci siamo arrabbiati più del dovuto,
severo sono stato e tu sei stato con gli altri
e meno che con me e con te.
Fai sapere che ho sempre cercato e hai cercato pace ed armonia.
Ogni volta che subisti la perdita
di essere estranei e benigni hai deplorato.
Fai sapere che hanno amato me e te
più del previsto e se il mio o il tuo cuore
prende qualcosa da questo mondo è la gratitudine
per aver messo piede su questa terra con la devozione dei beati.
Forse non mi rendevo conto o non ti rendevi conto
della sacralità del mare, dei fiumi,
delle pietre, delle foreste, degli animali, i pesci e gli esseri alati,
tutto ciò che le tribù primitive adoravano con riverenza.
Forse quegli esseri non erano così ignoranti o così banali.
Senza tanta tecnica possedeva quella saggezza
di fondo dell’universo,
quella saggezza che è invocata quando tutto è perduto.
Lo so perché ho e hai avuto necessità
di tornare a bere alle sorgenti originarie.
Se esiste qualcosa che io posso e tu puoi lasciare
è il ricordo che l’universo può cantare l’ordine o il caos,
ma canta, canta e canta per chi sa ascoltare
quella sinfonia senza pregiudicare un altro regno.
È stata pura felicità poter passare
tra autunni e primavere senza tralasciare inverni ed estati.
Era bene evitare il male, fare il bene, amare anche il brutto
perché amare è ciò che conta
per un significato al di là di ciò che discerniamo.
Se muoio o muori domani sappi che è possibile
pentirsi di glorie e punizioni, di ricordi e dimenticanze,
anche di tutti gli eventi che si sono verificati,
ma mai delle giornate di sole, quelle aperte alla vita,
quelle complete di gioia, quelle che compensano
tutti gli orrori e gli errori.
Alla fine, se muoio o muori domani, sappiano che
essere felici e ridere oggi è uno sforzo che vale la pena!
© Pietro Grieco-Menaggio-Como- 31/07/2023
POEMA CON REVISIONE A CURA DA FiLIPPO MACCARRONE